Venezia senza magistrati

Sui quotidiani si dà ampio risalto alla insufficienza numerica del personale di magistratura presso gli uffici giudiziari di Venezia, con il rischio che saltino interi processi e termini processuali, grave carenza che va ad aggiungersi alla scopertura del personale amministrativo, essenziale nell’organizzazione di tutta la attività giudiziaria; ma a queste sigle sindacali non sorprende, trattandosi di un disastro già preannunciato a seguito delle molteplici denunce in relazione alle problematiche della giustizia veneziana.

Tuttavia si inizia a parlare concretamente dei problemi solo quando il collasso è inevitabile.
Il personale di magistratura è poco ma è troppo poco il personale giudiziario.
I rappresentanti di FP CGIL – CISL FP – UIL PA ne raccolgono le segnalazioni più disparate riguardo modalità gestionali che nessuno mai si aspetterebbe all’interno di un ufficio pubblico, e meno che mai di un ufficio giudiziario.

Mancata riqualificazione giuridica ed economica, mobilità bloccata tra le amministrazioni, in aggiunta alle condizioni disagevoli in cui versano i palazzi di giustizia di Venezia, sono alcune delle motivazioni che alimentano la flagellazione della giustizia veneziana e che portano alla fuga del personale amministrativo che, come dargli torto, preferisce puntare su città più appetibili o amministrazioni più gratificanti.
Mentre si parla del trasferimento di quattro G.I.P. di Venezia presso la Corte d’Appello, non può dimenticarsi che il personale giudiziario già lavora da anni in uffici la cui carenza d’organico va dal 36% al 50%, percentuali che basterebbero a qualificare gli uffici come sedi disagiate a causa del pesante carico di lavoro che subiscono i lavoratori (come già avviene per il personale di magistratura, laddove il 20% di scopertura e la mancata copertura dei posti messi a concorso bastano a qualificare il disagio di sede).

Nell’ultimo anno e mezzo, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno considerato che il Ministero della Giustizia solo nel dicembre 2016 ha pubblicato il primo bando di concorso dopo quasi vent’anni, non contando pensionamenti, i distacchi o aspettative concessi a vario titolo, si registrano solo circa 53 nuovi ingressi a tempo indeterminato (tra operatori, assistenti, cancellieri, funzionari e direttori) in tutta la città di Venezia (Mestre inclusa) su diverse centinaia di posti rimasti ancora scoperti e per i quali sono stati banditi i concorsi.
Si registra ancora così, una pesante e gravosa scopertura di personale, con percentuali che oscillano tra il 40% e il 50%, negli uffici della Procura Generale, Corte d’Appello e Tribunale Ordinario i cui uffici sono smembrati in cinque palazzi.

È evidente, difatti, che la città di Venezia non rappresenta una sede appetibile, considerando gli esborsi che un lavoratore di nuova nomina deve affrontare: mobilità esclusivamente sull’acqua con costi eccessivi, canone di locazione con costi delle utenze e manutenzione esorbitanti.
Le complesse caratteristiche morfologiche di Venezia si vanno ad aggiungere, dunque, a quelle che sono le caratteristiche degli uffici giudiziari che, come detto, scontano una spaventosa carenza d’organico a fronte di un aumentato carico di lavoro, ma anche una collocazione particolarmente disagiata dei vari palazzi di giustizia che sono disseminati in tutta la laguna e sulla terraferma, in locali non propriamente a norma in quanto non soddisfano completamente tutti i requisiti per la salute e la sicurezza degli ambienti di lavoro.

Al contempo, anche organizzare le udienze rappresenta un lusso, considerato che è necessario movimentare i fascicoli da una sede all’altra col motoscafo ed eventualmente anche con l’auto, il personale addetto all’assistenza al giudice si sposta a proprie spese, la traduzione dei detenuti comporta delle ulteriori cautele da adottare da parte della polizia penitenziaria.
Il Ministero della Giustizia, per quanto riguarda il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, si può permettere di non rispettare gli accordi, come appunto quello riguardante la mobilità del personale o la riqualificazione professionale; si può permettere di pagare dopo anni lo straordinario e di non pagare il salario accessorio (ancora oggi deve essere distribuito quello relativo all’anno 2019, ex F.U.A.).
È importante, pertanto, che venga dichiarata la specialità della città di Venezia anche per il personale del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, finalizzata a riconoscere il disagio di sede a livello economico, ma anche come punteggio aggiuntivo nell’ambito della mobilità del personale amministrativo.

Solo in questo modo i lavoratori potranno essere incentivati a scegliere Venezia quale propria sede di lavoro, per questo invitiamo l’On.le Ministra della Giustizia a prendere atto, visitando ogni singolo ufficio, del disastro che si sta lentamente consumando all’interno degli uffici giudiziari della laguna di Venezia.
Le scriventi organizzazioni sindacali rinnovano la richiesta di essere convocate in qualità di rappresentanti dei lavoratori

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